Nel corso delle nostre disamine nei confronti del Metaverso, abbiamo più volte visto come il rapporto tra Metaverso e Istruzione fosse potenzialmente incredibilmente interessante. Fino a qualche tempo fa si parlava di semplici teorie, che oggi si trasformano in primi, deboli, passi concreti. L’esempio di integrazione diretta tra istruzione e Metaverso avviene ad opera dell’Università di Parma, dove gli studenti del corso dedicato al Giornalismo si sono lanciati in un’avveniristica avventura di integrazione dello studio nel Metaverso.
Cerchiamo di scoprire di più con l’approfondimento di oggi.
Metaverso e Istruzione all’Università di Parma
In un corso italiano di Giornalismo all’Università di Parma, è stata affrontata una lezione d’insegnamento che ha notevolmente influenzato il processo di apprendimento degli studenti, ampliando la prospettiva del mondo e superando i limiti tra la dimensione fisica e quella virtuale. L’iniziativa, voluta inizialmente dal docente Giorgio Triani, ha inizialmente suscitato negli studenti una reazione di stupore e cautela, richiamando però, successivamente, un crescente interesse e coinvolgimento.
La sala virtuale in cui sono stati condotti i partecipanti è una fedele riproduzione dell’aula B nel complesso universitario D’Azeglio, luogo consueto delle lezioni del professore Triani ai propri studenti.
L’ingresso nell’aula ha offerto un’esperienza simile a trovarsi in una dimensione parallela, con i dettagli minuziosi dell’edificio universitario riprodotti in modo impeccabile. Gli studenti, seduti ai loro banchi, hanno potuto interagire con l’ambiente virtuale, esplorando la classe, incrociando altri partecipanti e persino rivolgendo domande al professore.
Un’esperienza da molti etichettata come coinvolgente ed incredibilmente futuristica. Potrebbe aprire le porte dell’innovazione e di un nuovo approccio al modo di studiare e di accrescere sé stessi.
Uno studente ha confermato: “Nell’aula del metaverso, sia io che il docente che gli altri studenti siamo coinvolti in interazioni tramite i nostri avatar, che agiscono come copie o gemelli digitali. Personalmente, questa nuova esperienza è risultata molto coinvolgente per me. L’ingresso nell’aula virtuale è equiparabile al trovarsi in una dimensione parallela, cosa che ci permette finalmente di esplorare le reali potenzialità che questo ambiente può offrire.”
Gli occhi al futuro
Non sarebbe difficile immaginare che, quanto esplorato nelle recenti esperienze dell’Università di Parma, potrebbe divenire una componente essenziale della nostra quotidianità in un prossimo futuro.
La prospettiva di partecipare a lezioni remote e interagire con colleghi e studenti mediante avatar personalizzati, il tutto senza la necessità di lasciare le nostre abitazioni, potrebbe presto trasformarsi in una realtà comune, in grado di modificare l’approccio e di allargare persino il bacino di utenti e studenti. Ciò permetterebbe ad esempio di studiare anche dalla distanza, come se si fosse in presenza.
Un futuro limpido quello dell’istruzione tecnologica, e forse non così troppo lontano.